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  • Immagine del redattoreLulu

Le origini del pizzo

Nell'ultimo post vi ho raccontato qualche curiosità sulle caratteristiche del pizzo francese.

Ma ti va di scoprire dove ha avuto inizio tutto?

Leggi qui..

Nel corso della storia sono tante le trasformazioni che ha vissuto.

Ha ispirando diversi popoli, attraccato in molti porti e abbellito le vesti dei nobili come segno distintivo del loro potere gusto e ricchezza.




Una leggenda narra che un marinaio portò in dono alla sua amata un alga da mari lontani.

La donna volendone preservare la bellezza replicò il disegno e i fori con ago e filo.

Ed è così che nacque il pizzo.


Dove? In Italia


Siamo nella seconda metà del XV sec. in Italia e precisamente a Venezia.

Nobildonne si dilettano nel ricamo..nasce il pizzo Veneziano come attesta un documento in cui si cita il “punto in aire” di quell'epoca.

Sono innumerevoli i " libri di disegno per merletto" a cavallo tra il '500 e il '600 in Italia.

La caratteristica del pizzo Veneziano era il rilievo che si alterna a parti forate.

Inutile dire che il ricamo era molto complesso e ovviamente eseguito a mano.

Nel corso degli anni l'esigenza della moda volle concepire un pizzo dalle caratteristiche più sottili e delicate, nasce così il pizzo Burano. ( Isola di Venezia)

Venezia quindi comincia a importare le sue pregiate produzioni fino ad arrivare addirittura al Re Luigi XIV il Re sole.. il quale indossa un colletto di merletto Burano proprio durante la sua incoronazione. Ci vollero 2 anni di paziente lavoro per realizzarlo.



Luigi XIV - 1648

Successivamente, l'arte si tramandò al popolo, ne conseguì lo sviluppo di una tecnica più rapida " il pizzo a fuselli" che probabilmente arriva addirittura dalla Magna Grecia.

Caratteristica del pizzo a fuselli è un nastrino senza nessuna interruzione che si articola tra volute e fiori. Passa poco tempo e anche questa tecnica impreziosisce le vesti diventando sinonimo di prestigio, potere e ricchezza.


Come arriva la produzione in Francia? ( Vedi articolo precedente) Grazie a Caterina dei medici che permette a 200 ricamatrici di trasferirsi in Francia e come bagaglio a mano portano con se i segreti del pizzo Veneziano.

Ne consegue una guerra a colpi di ago dazi e ricami.


Il primo sigillo di autenticità


Nel 1758 il merletto Veneziano viene marchiato con sigillo di fabbrica a

garanzia di autenticità e prestigio di lavorazione Veneziana.

Per la prima volta una produzione di merletti è regolamentata ed all’inizio del 1700 nel laboratorio veneziano “Ranieri e Gabrieli” trovavano impiego circa 600 operaie.

Purtroppo però arrivò la caduta della repubblica Veneziana e tra guerre e pestilenze fu praticamente abbandonato ogni ago .


Passano gli anni e arriva la rivoluzione industriale:

In Inghilterra venne ideata una macchina capace di fare meccanicamente un tulle morbido simile a quello del pizzo fatto a mano.


Anche la Regina Vittoria si sposa con un abito in pizzo fatto da queste macchine industriali.

Con l'avvento di queste macchine è ovvio capire quanto fu ridotta la produzione a mano del pizzo e a Venezia rimangono solo 50 le ricamatrici capaci di riprodurlo. Cade tutto quasi nel dimenticatoio questa bellissima arte ma..

Una contessa riporta in auge il pizzo di Burano: era la contessa Adriana Marcello.

Grazie a lei venne istituita una scuola e furono davvero tante le nobili che commissionarono lavori per i propri abiti. Ritorna di moda il pizzo e Venezia, Pellestrina, Burano, Murano, Chioggia, Caorle, ritornano a produrre.



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